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Forum de "IL CRIVELLO"

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Forum delle parrocchie di Canolo-Fosdondo
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LETTERA APERTA ALLA CHIESA REGGIANA

QUALE COMUNITA' E QUALE PASTORALE
PER LA CHIESA REGGIANA DEL DOMANI?

LETTERA APERTA ALLA CHIESA REGGIANA
o cambiare o morire!
(di Claudio Prandini)

Quale chiesa ci aspetta in un prossimo futuro? Spesso sento dire dai sacerdoti: "Ho troppe cose da fare!"..."Ho il tempo contato!". E io dico a quei sacerdoti: "Dovete imparare a delegare ai laici, magari dopo aver loro dato loro un minimo di formazione, tutto quello che non rientra strettamente nell'ambito sacerdotale!". Al sacerdote compete la S. Messa, i Sacramenti e la direzione spirituale delle anime, mentre le altre cose più o meno pratiche debbono essere i laici ad occuparsene. In fondo questa è stata una delle prime scelte della Chiesa di Gerusalemme (cfr At 6, 1-5). Andiamo verso tempi dove ci saranno sempre meno preti, una società sempre più secolarizzata e una comunità cristiana sempre più sparuta e bisognosa di sacerdoti non in affanno da "superstimolazione" di cose da fare...
Ecco che occorre allora un deciso cambiamento, anche se graduale, della struttura pastorale della parrocchia e del vicariato in cui essa è inserita. Lasciare il modello tradizionale di parrocchia per adottare quello più snello ed adatto ai nostri tempi, cioè quello missionario. Il modello missionario prevede soprattutto una "fraternità sacerdotale" più stretta e concreta tra i sacerdoti a cui viene affidato un territorio: casa comune, pastorale comune, ecc. Il vecchio concetto del prete di parrocchia che cura esclusivamente il suo orticello sta andando in crisi, sia per i cambiamenti sociali avvenuti negli ultimi 30-40 anni, sia anche e soprattutto perché il numero dei sacerdoti è in continuo calo!
Bisogna, prima di essere costretti a farlo per forza e con l'acqua alla gola (come già in parte avviene sulle nostre montagne), abituare i sacerdoti alla vita in comune iniziando proprio dai seminari (il che non è sempre scontato, anzi...!) e ad una pastorale fatta insieme, responsabilizzando il più possibile i laici che vivono nelle varie parrocchie ad occuparsi della propria parrocchia, sia nelle cose pratiche che nella pastorale non sacramentale: catechismo, incontri sulla parola, attività culturali, ecc.., mentre i preti si occupino di tutto quello che i laici non possono fare: S. Messa, Sacramenti e direzione spirituale!
"Il Vaticano II nel decreto sull'Ordine del Presbiterato indica con chiarezza nella vita comune un aiuto alla vita sia spirituale che intellettuale e ad una pastorale più efficace. Questa vita comune non è sempre facile... il che però non esclude una generosa disponibilità verso i confratelli, coltivando una genuina vita spirituale e favorendo le occasioni di incontro con i propri confratelli in spirito di amicizia sacerdotale per pregare insieme, confrontarsi e sostenersi a vicenda" (Card. Silvo Oddi - fonte web).
Questo è quello che i tempi richiedono... Occorre che tutta la diocesi, vescovo e preti per primi, s'interroghi su quale chiesa locale si vuole per il futuro!? Quella basata essenzialmente sulla parrocchia tradizionale o quella basata sul territorio? Quale modello di struttura pastorale risponde al meglio per l'attuale epoca storica? Se non ci poniamo queste domande, avendo nel frattempo il coraggio del cambiamento, si rischia di morire di inedia, si rischia che ogni progetto pastorale "rinnovato" abbia le gambe corte perché impiantato su un corpo vecchio, che non riesce più a stare in sella con le esigenze e i problemi del nostro tempo! Il vangelo stesso avverte: non si mette una toppa nuova su un vestito vecchio....
Oggi, ad esempio, nella catechesi dei ragazzi, il rischio è che il metodo pedagogico prevalga sui contenuti, per cui non abbiamo più il "catechismo", ma tanti catechismi quanti sono i loro autori o curatori: «Catechismo plurale», lo chiamano…(vedere qui) Occorre invece puntare su una pastorale per i ragazzi più univoca e aderente alle verità della fede, dove la memorizzazione dei contenuti abbia di nuovo un suo posto preciso, mentre per gli adulti, dev'essere basata sui seguenti cardini della fede: La Preghiera; L’Eucarestia; La Sacra Scrittura; Il Digiuno; La Confessione. Tanto per dirne qualcuna. In questo dibattito sul futuro della nostra chiesa locale c'è un certo silenzio (a parte il nostro vescovo che ne parla fin dalle prime lettere pastorali). Tace il laicato (non educato e culturalmente impreparato a porsi e a porre domande, perché tanto sono cose da preti) e tace l'intellighenzia cattolica, spesso rinchiusa nei suoi recinti culturali e quasi paurosa di porre domande, considerazioni e proposte alla propria gerarchia ecclesiale. E questo, in tempi d’emergenza come l'attuale, non è certamente un bene! ....

PURTROPPO IL TESTO E' TROPPO LUNGO E NON CI STA... SE VOLETE LEGGERLO TUTTO ANDATE NEI DOSSIER DEL NOSTRO SITO.....!!